Le 4 C del diamante

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Le 4 C del diamante

Roberto Borghesi
Pubblicato da Roberto Borghesi in Diamanti · 27 Ottobre 2020
Tags: 4cdeldiamante
  
I fattori che determinano il valore del diamante sono le quattro "C", dalle iniziali dei quattro termini in inglese ossia: colour (colore), clarity (purezza), cut (taglio) e carat (caratura, cioè peso).

PESO DEL DIAMANTE (CARAT)
Il peso delle pietre preziose viene definito nell'unità di misura “carato”, poiché anticamente si rapportava il peso del seme di carrubo (0,197 grammi, straordinariamente – come straordinaria è sempre la natura – con pochissime eccezioni) a quello dei cristalli, nell'uso assai diffuso nel XVIII secolo della bilancia a doppia stadera. Nel 1907 si fissò, a livello internazionale, il peso dell' etimologicamente trasformato suono di “carrubo”, in “carato” e lo si fece corrispondere a gr. 0,2.  Una pietra del peso di un grammo, quindi, sarà opportunamente classificata in cinque carati, l'abbreviazione scritta in modo corretto sarà: ct. 5,00. E' importante sapere che i centesimi di carato sono usatissimi nel linguaggio comune gemmologico: per cui un diamante da 52 punti sarà, per l'esperto, una pietra singola da poco più di mezzo carato. Quindi, ogni carato possiede 100 punti.
Peso e diametro del diamante
Qui sotto, una tabella vi illustra il rapporto tra peso (in carati) e diametro della pietra (in milimetri).


PUREZZA DEL DIAMANTE (CLARITY)
Le inclusioni del diamante
Clarity è invece la parola inglese, che prefissata in campo internazionale, si riferisce alla purezza della pietra, o meglio alla presenza, più o meno consistente, di inclusioni di varia natura (impurità all'interno del cristallo). La pietra deve venire osservata ad una speciale lente (loupe), detta anche “tripletta”, a dieci ingrandimenti, per stabilire quale tra i seguenti ordini di purezza è quello che definisce con esattezza il cristallo che valutiamo:Il grado di presenza e la dislocazione di queste inclusioni può modificare sensibilmente l'aspetto della gemma ed il suo valore.
Differenti gradi di purezza di un diamante
Di seguito, una tabella elenca le sigle ed il loro significato legato alla purezza della gemma.


 

Modifica artificiale delle inclusioni di un diamante
Può succedere, a volte,  che alcune inclusioni nere siano modificate artificialmente. Con l'aiuto di un raggio laser si crea un canale che dall'esterno arriva fino all'inclusione che viene successivamente disciolta per mezzo di un acido. Dopo il trattamento, rimarrà una cavità in relazione con l'esterno per mezzo di un sottile canale (e, indossando il gioiello, l'inclusione potrebbe ridiventare nera per via della polvere che penetra al suo interno). Queste piccole cavità possono essere tappate grazie ad appositi materiali, dissimulanti all'occhio nudo, arrivando a modificare artificialmente il grado di purezza di questi diamanti trattati. Questo trattamento è noto per essere impiegato in Israele (società Koss, Yehuda).

IL TAGLIO E LA BRILLANTEZZA DI UN DIAMANTE (CUT)

Il “cut”, si riferisce alla tipologia di taglio ma, cosa ben più importante a fini valutativi, alla proporzionalità e all'esattezza, secondo canoni percentuali predefiniti, delle misure e dell'inclinazione (misurata in gradi) di ogni singola faccetta , al fine di ottenere, nel complesso delle varie parti, una riflessione della luce pressoché totale, con l'ottenimento di quella somma di luci e colori che definiamo, appunto, brillantezza.
Un esempio: il diamante, la pietra che più spesso viene tagliata a “brillante” (taglio composto in forma rotonda con n.56 faccette più la tavola), deve osservare alcune ben definite proporzioni che regolano i rapporti tra il diametro (misurato dalla cintura), la tavola superiore, il padiglione (il corpo sottostante, a forma di cono sfaccettato), la corona (doppio ordine di faccette tra la cintura, parte più ampia della pietra quanto a circonferenza, e la tavola superiore, parte liscia, piatta, frontale all'osservatore).
Ogni errore rilevato nel taglio, misurabile matematicamente con l'ausilio del calibro o mediante lo strumento “proportion scope”, penalizza la riflessione della luce e la brillantezza e, dal punto di vista della stima, il valore della pietra.
Discorsi simili si possono fare su tanti altri bellissimi tagli usati per rendere splendente il diamante:
il taglio a cuore, a baguette, a marquise, a carrè, a smeraldo, a goccia, ecc. ma ricordando che un diamante tagliato “ a rosa” o  “a brillante vecchia Europa” o “vecchia miniera” (Old Mine), varrà forse meno in termini di quotazione, sarà forse meno sfacciato nel restituire al nostro occhio la luce dispersa nei sette colori, ma la raffinata brillantezza di un taglio “a cuscino”, oramai dimenticato da più di un secolo, potrebbe darci l'emozione del tempo passato, il ricordo di tecniche ormai in disuso, il piacere raffinato di indossare o investire in un pezzo storico e di valore culturale.

IL COLORE DEI DIAMANTI (COLOR)

Color è la parola inglese ( tutta la terminologia gemmologica assunta a livello internazionale  è in questa lingua) che definisce, nel caso del diamante, la quantità di sovracolorazione gialla che  si somma al bianco della pietra, determinandone un calo di valore quanto più è presente. Ricordo che la parola “bianco”, in gemmologia, significa “trasparente” senza alcuna inflessione da parte di altri colori.  Viene definita con le lettere dell'alfabeto (..inglese) partendo dalla “D”, il colore più bianco,
e quotando le pietre fino alla “M”, ma terminando, in realtà seppure non commercialmente parlando,  con la “Z” e la “Z+” ovvero i colorati ed i “fancy colors”, straordinari e costosissimi  scherzi della natura che tingono di blu oltremare, rosso carminio, giallo canarino, viola, rosa , arancio, verde, ecc. il nostro diamante, vere rarità il cui valore viene stabilito soltanto dai precedenti d'asta.
La tecnica per definire con esattezza il colore di un diamante è porlo a luce nordica (una particolare luce bianca povera di raggi ultravioletti), in campo neutro (ambiente bianco non influenzato da colori di alcun genere) e con l'aiuto delle “master stones”, pietre di paragone graduate nella  tinta e corrispondenti alle sopra citate lettere dell'alfabeto.              
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Lettere e colori dei diamanti
Qui sotto, una tabella elencante le lettere associate ai rispettivi colori.





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